Ungherese, tedesca, olandese, russa, sì dal taglio degli occhi secondo me è olandese. Controllo la data di oggi sul mio smartphone, vado su google e cerco 3 agosto Santo del giorno. È Santa Lidia di Filippi. Ora so chi devo ringraziare per averti incontrata. Che poi incontrata è un parolone. Mi sei passata vicino. Anche vicino è un parolone. Ti allontani lungo il corso di Mattinata e i tuoi capelli biondi vanno via; via come il vento fresco che giunge sempre più di rado in queste giornate torride.
Ora avrei proprio bisogno di quell’app. Ce l’ho in testa da tempo. Tu fai una foto ad una e poi l’app ti trova tutte le persone simili a quel viso. Selezioni le città e la trovi. Sarebbe tutto più semplice, farei prima qualche ricerca, capirei i tuoi gusti dalle canzoni che posti, comprenderei se sei ungherese, tedesca, olandese, russa, anche se dal taglio degli occhi per me sei olandese. Farei la scorta delle parole giuste da dirti.
E mentre mi perdo nelle idee di una nuova fantomatica app da scaricare, perdo te.
– Oh Marco dai che è tardi. Ci aspettano per l’aperitivo al Panta Rei.
– Ma secondo te era olandese?
– Chi? Ma non è che il caldo ti ha fatto male?!
– Santa Lidia di Filippi. Sospiro.
– Mè vabbè Houston abbiamo un problema. Abbiamo perso Marco.
Le giornate passano veloci qui. Tutta la mia comitiva si è riunita e ogni anno è una gioia indescrivibile rivederli tutti. Arrivano dal nord, ma anche da est e ovest. Sono i miei amici di sempre. Ogni estate ci ritroviamo e tutto ricomincia da dove l’avevamo lasciato. Sono la cosa più bella che ho.
Quest’anno si stanno impegnando tutti per farmi sorridere. La scuola non è andata un granché bene e la storia con Milena si è conclusa male. Un anno fa, un colpo alla schiena e un pugno nello stomaco. Milena con Andrea. Proprio lui, uno dei miei migliori amici. Si stanno impegnando per non farmi pensare, dribblare la nostalgia al posto mio, cambiare al volo canzone se parte una romanticosa-tormentone-estivo, cambiare discorso.
Spritz vista mare, tramonto, ciabatte chiacchiere e Spotify. Benedetto wi-fi. Resto a guardare il mare che mi comunica sempre cose che non so decifrare. Le onde vanno via come le mie domande e io sto lì ad aspettare che tornino con delle risposte.
– Amico mio non ci devi pensare più. Chi non ti ama non ti merita. Non hai perso niente. È lei che perde una persona speciale come te. Lascia stare.
– Un geco. Stringo gli occhi per pensare meglio e non perdere il ricordo.
– Un geco? No Marco tu ora mi preoccupi. Che significa un geco? Mi guarda stranito come uno che studia musica classica al conservatorio e di colpo ascolta Despacito.
– Stava mangiando un gelato e sopra c’era l’immagine di un geco.
– Ma chi?
– L’altra metà di me.
Vado su instagram e cerco Mattinata, tutte le stories registrate qui, le foto, tutto può essere un indizio. Ti trovo dopo poco. Hai girato un minivideo di te in gelateria. Resto a bocca aperta. Nel video non dici niente, ti limiti a sorridere, e io con te, come un ebete. Linda, è così che si chiama l’altra parte di me.
Sei a qualche chilometro da me, dal Panta Rei a Fontana delle Rose è un attimo. Si vede dall’ultima foto che hai postato. Lo so sono al limite dello stalking ma chi l’ha detto che i social non servono a niente. Trovatemi chi l’ha detto. Io con i social non ti ho perso, non ti perdo più.
Arrivo e sei lì bella come il sole che sta scendendo. Parli con due amiche. Vorrei avere più coraggio, esordire con la frase giusta. L’unica cosa che riesco a fare è guardarti sperando di incrociare i tuoi occhi, laghi gemelli.
È così il tempo, è fatto così. Sa solo passare e ogni tanto si fa complice travestendosi da fermo immagine.
Così come i nostri sguardi che finalmente sono uno davanti all’altro, inconsapevoli di quello che sarà.
– Non ti perdo più. Lo dico sottovoce, sicuro che non capirai perché sei distante e poi sei straniera.
– Non ti perdo più. Sorridi e mi rispondi.
Benvenuta estate, mi mancavi.